Avviare un’attività di e-commerce non è un compito da poco. Bisogna considerare la logistica per far arrivare i prodotti ai clienti, come gestire le richieste del servizio clienti e come gestire le tasse. Una tassa che si applica alle aziende di e-commerce è l’Imposta sul Valore Aggiunto (IVA). Se state pensando di aprire un negozio di e-commerce, è importante capire i diversi tipi di partita IVA disponibili e quali obblighi comportano. Continuate a leggere per un corso accelerato sulle partite IVA per le aziende di e-commerce!
Partita IVA per e-commerce, le diverse tipologie
Quando si tratta di aprire una partita IVA in Italia, avete tre diversi regimi fiscali tra cui scegliere.
- Il Regime Ordinario si adatta meglio alle SRL e alle SPA che hanno un fatturato superiore a 400.000 euro per le società di servizi o 700.000 euro per tutte le altre attività.
- Il Regime Semplificato è l’ideale se la vostra impresa rimane al di sotto di queste cifre e non prevede la preparazione delle scritture contabili e dei bilanci.
- Il Regime Forfettario, Se invece siete alle prime armi, con i suoi succulenti fatturati inferiori a 65.000 euro, non prevede alcuna deduzione, ma la tassazione avviene a un tasso scontato. Decidete quindi con saggezza prima di scegliere quale tipo di avventura imprenditoriale vi aspetta!
Come aprire una partita IVA per e-commerce
Innanzitutto la partita IVA deve essere aperta entro 30 giorni dall’inizio dell’attività.
Ci sono alcuni importanti lavori preparatori, come la scelta del giusto codice ATECO. Se gestite un negozio di e-commerce, il codice sarà 47.91.10… ma se il dropshipping è il vostro stile, allora è 73.11.02.
Ma qual è la differenza? L’e-commerce è noto per la vendita di prodotti attraverso piattaforme come Amazon ed Etsy o attraverso un sio di proprietà, mentre i dropshipper guadagnano rivendendo articoli acquistati da siti più grandi come Ali Express. Una volta risposto a questa fastidiosa domanda su quale tipo di attività commerciale svolgere, è necessario decidere un sistema di tassazione favorevole…
Potete optare per il regime ordinario, con una tassazione variabile a seconda del fatturato che va dal 23 al 43% e con la possibilità di dedurre tutte le spese associate. Oppure potete provare il regime forfettario e pagare per i primi cinque anni il 5% di IRPEF e – dal sesto anno in poi – il 15%.
In contemporanea all’apertura della partita IVA, bisognerà iscriversi alla sezione commercianti del Registro delle Imprese presente nella Camera di Commercio di competenza, inviare la SCIA presso il SUAP del tuo Comune e voilà: senza nemmeno aspettare potete iniziare a vendere online.
Conclusioni:
Con tutte queste regole sulle partite IVA per le aziende di e-commerce in Italia, può essere scoraggiante cercare di capire quale sia quella giusta per voi. Ma la comprensione di questi diversi tipi di regimi fiscali può aiutarvi a non farvi prendere alla sprovvista da eventuali fatture inaspettate da parte del governo italiano! Se vi sentite ancora spaesati, potete consultare un commercialista o un avvocato specializzato in diritto tributario italiano, invece per la realizzazione del vostro e-commerce, sapete a chi rivolgervi!